L’illusione dei numeri, quando la quantità inganna la qualità
Nel mondo del marketing digitale, è facile cadere nella trappola dei numeri, più follower, più successo, giusto? Sbagliato.
Molti imprenditori e gestori di e-commerce si affidano a influencer con migliaia (o milioni) di follower, sperando in un ritorno immediato in termini di vendite o notorietà. Ma spesso quei numeri sono gonfiati da account falsi, bot o profili inattivi. Il risultato? Campagne pubblicitarie inefficienti, budget bruciati e tanta, tantissima delusione.
E non è solo una questione di “like” finti. Anche le visualizzazioni possono essere alterate, acquistate, simulate. Ma visualizzazioni non significano conversioni, e la notorietà digitale senza impatto commerciale è solo fumo negli occhi.
Attenzione alle risposte che ti danno
Quando valuti una collaborazione con una pagina o un influencer, non farti incantare dai numeri. Fai domande precise. E soprattutto, fai attenzione a certe risposte… che puzzano di fuffa lontano un chilometro.
1. “Qual è il tuo tasso di engagement medio?”
Risposte sospette:
- “Non guardo questi numeri, vado a sensazione”
- “Tanto i follower parlano da soli”
- “Engagement? Sì ho tanti like, tipo 100 per post…”
Un alto numero di follower non garantisce un pubblico attivo. Richiedi informazioni sul tasso di engagement, che include like, commenti e condivisioni. Un engagement rate basso rispetto al numero di follower può indicare la presenza di follower inattivi o non autentici.
2. “Com’è cresciuto il tuo profilo negli ultimi mesi?”
Risposte sospette:
- “Una volta ho fatto 10k follower in un giorno”
- “Ho comprato una spinta iniziale ma adesso è tutto organico”
Una crescita organica è generalmente graduale. Picchi improvvisi possono suggerire l’acquisto di follower o l’uso di pratiche discutibili. Chiedi di vedere l’andamento della crescita per identificare eventuali anomalie.
3. “Chi è il tuo pubblico?”
Risposte sospette:
- “Un po’ di tutto, non saprei”
- “Gente che mi segue, sai, fan…”
Assicurati che l’audience dell’influencer sia in linea con il tuo target di mercato. Richiedi dati demografici e interessi del pubblico per valutare la compatibilità.
Controlla i post passati se sono a tema se seguono una linea editoriale chiara o se sono messi li a casaccio.
Ad esempio una pagina di informazione turistica, a suo dire, ma che pubblica notizie di cronaca nera li nel mezzo, chiaro esempio di pagina fuffa.
4. “Puoi mostrarmi i risultati di campagne precedenti?”
Risposte sospette:
- “Non tengo traccia, faccio tutto a feeling”
- “Boh, i clienti erano contenti, non so…”
Esamina le campagne passate per valutare la qualità dei contenuti e l’efficacia delle collaborazioni. Questo ti aiuterà a capire se lo stile dell’influencer si adatta al tuo brand.
Verifica l’utilizzo degli hashtag ADV obbligatori per legge.
È obbligatorio segnalare chiaramente i contenuti pubblicitari o le collaborazioni con brand, anche in assenza di un compenso economico. Anche lo scambio di prodotti o servizi rientra tra le collaborazioni e deve essere dichiarato tramite hashtag come #ADV, #sponsorizzato o #collaborazione.
Se questi hashtag non compaiono mai nei post della pagina o dell’influencer che si propone per collaborazioni, è lecito farsi delle domande. Potrebbe indicare una mancanza di trasparenza o la volontà di aggirare le normative. Meglio prestare attenzione: un comportamento scorretto da parte loro può ricadere anche su di te.
5. “Hai uno strumento di analisi per monitorare le performance?”
Risposte sospette:
- “Uso solo Instagram nativo, ma tanto si capisce a occhio”
- “No, però se vuoi ti dico quanti like ho fatto ieri”
Chiedi se l’influencer utilizza strumenti di analytics per monitorare le performance dei post. La disponibilità di dati concreti può offrire una visione più chiara sull’efficacia della collaborazione.
Se dopo due minuti di conversazione ti sembra di parlare con un illusionista invece che con un professionista, fermati. Fai marcia indietro e investi il tuo budget dove c’è chiarezza, metodo e tracciabilità.
Follower falsi, il dietro le quinte dell’industria dei numeri gonfiati
Esistono decine di piattaforme (che non nomineremo) dove è possibile acquistare follower, like, commenti, visualizzazioni. Spesso sono camuffate da “servizi di crescita organica” ma, a ben vedere, offrono pacchetti del tipo: “10.000 follower in 24 ore”. Una tentazione forte, soprattutto per chi vuole mostrare una certa autorità sociale. Ma è solo una vetrina vuota. I più furbi comprano pacchetti piccoli 500/1000 follower per volta magari accompagnati ad eventi locali.
Secondo recenti analisi di mercato, l’industria dei falsi follower rappresenta una perdita stimata di oltre 1,3 miliardi di dollari l’anno per le aziende che investono in influencer marketing. Una cifra mostruosa, che rivela quanto il problema sia sottovalutato.
Perché lo fanno? E perché per un’azienda è deleterio imitarli
Le pagine personali, i creator improvvisati e i presunti influencer spesso gonfiano i propri numeri per ottenere collaborazioni facili e denaro rapido. Il loro obiettivo è apparire popolari, non esserlo davvero. In un contesto dove l’apparenza inganna, mostrarsi grandi può bastare per attirare il prossimo brand distratto in cerca di visibilità.
Ma attenzione: questo approccio non funziona nelle pagine aziendali o nei profili informativi. Perché? Perché:
- Il tuo pubblico si accorge subito se l’engagement è finto
- I clienti veri vogliono trasparenza, affidabilità, competenza
- L’algoritmo penalizza contenuti che ricevono interazioni non autentiche
Costruire un profilo che porta valore richiede tempo, analisi e test. Non esiste scorciatoia. Serve:
- Pubblicare contenuti coerenti e rilevanti per il tuo target
- Studiare il comportamento degli utenti
- Testare formati, orari e tono di voce
- Analizzare i dati e ottimizzare ogni settimana
È il lavoro quotidiano, metodico e strategico che fa crescere la tua reputazione. Tutto il resto è scena. E alla lunga, le scene si sgretolano.
Uno strumento poco noto, la sezione Trasparenza delle pagine
Se vuoi fare una verifica in più prima di decidere con chi collaborare, sappi che sia su Facebook che su Instagram (profilo business o creator) esiste una sezione chiamata “Trasparenza della Pagina” o “Informazioni sull’account”.
Queste sezioni, accessibili pubblicamente, forniscono dati utilissimi come:
- data di creazione della pagina o del profilo
- eventuali cambi di nome
- Paese da cui viene gestito l’account
- campagne pubblicitarie attive o passate (su Facebook)
⚠️ Se una pagina o profilo è nato ieri, ha cambiato nome 3 volte e dichiara follower da tutto il mondo… qualche domanda è il caso di farsela.
Puoi trovare questa sezione:
- Su Facebook, nel menu della pagina sotto la voce “Informazioni -> Trasparenza della Pagina”
- Su Instagram, cliccando sui tre puntini in alto a destra nel profilo e selezionando “Informazioni sull’account” (solo per account con un certo numero di follower o sponsorizzazioni attive)
Uno strumento semplice, pubblico, ma spesso ignorato. E invece dovrebbe essere tra le prime cose da guardare.
I pericoli nascosti dei follower falsi
1. ROI compromesso
I follower falsi non cliccano, non leggono, non comprano. Quindi, se paghi un influencer solo per i numeri, rischi di buttare via il budget. L’apparente successo di una campagna basata su vanity metrics (like, cuoricini, views) può mascherare un fallimento commerciale clamoroso.
2. Dati distorti
Quando i dati sono inquinati da traffico non reale, è impossibile misurare l’efficacia della strategia. I KPI diventano inutili. Analizzare le performance con numeri finti equivale a basare le decisioni su illusioni.
3. Penalizzazioni algoritmiche e reputazione a rischio
Le piattaforme social stanno diventando sempre più intelligenti: riconoscono l’attività anomala e penalizzano i profili che la usano. Inoltre, se i tuoi clienti scoprono che collabori con influencer fake, la tua reputazione può crollare. E la fiducia, una volta persa, è difficilissima da recuperare.
Follower Facebook vs Instagram,
un confronto che può svelare l’inganno
Una differenza significativa tra il numero di follower su Facebook e Instagram può essere un campanello d’allarme. Spesso troviamo pagine Facebook con decine di migliaia di follower accumulati negli anni, ma un profilo Instagram trascurato o semi-vuoto. Oppure il contrario: profili Instagram iper-attivi con 50.000 follower ma una pagina Facebook con solo 500 seguaci. In entrambi i casi, ciò che va valutata è la coerenza complessiva della presenza social: contenuti aggiornati, tono uniforme, pubblico coerente.
Occhio ai profili squilibrati:
- 40.000 follower su Facebook, 300 su Instagram?
- O viceversa?
L’importante è valutare coerenza e attività reale.
⚠️ Attenzione: non esistono strumenti pubblici affidabili per verificare follower falsi su Facebook. A differenza di Instagram, le API Facebook sono molto limitate e non espongono la lista dei follower. Gli unici segnali disponibili sono:
- Assenza di sito web o informazioni aziendali
- Pochissime interazioni nonostante tanti follower
- Ultimo post pubblicato mesi fa
- Commenti assenti o troppo generici
- Nessuna risposta ai commenti o ai messaggi
La mancanza di un sito web ufficiale o di riferimenti di contatto è un ulteriore segnale negativo, soprattutto per chi si propone come “influencer professionista”.
Come individuare influencer autentici
1. Analizza l’engagement rate
Un tasso di coinvolgimento coerente è più importante del numero di follower. Un buon engagement rate su Instagram, ad esempio, oscilla tra l’1,5% e il 3%.
2. Crescita organica vs crescita esplosiva
Una crescita troppo rapida è sospetta. Un aumento costante, invece, segnala un pubblico che si costruisce nel tempo.
3. Usa strumenti di analisi professionali
Ecco alcuni tool affidabili per verificare la qualità degli account:
- HypeAuditor: audit dell’audience, qualità e provenienza dei follower.
- Modash: report su autenticazione, reach e performance.
- Upfluence: valutazione dei follower attivi e del valore potenziale dell’influencer.
- Ninja analytics: Scansione completa dei profili instagram.

Costruisci relazioni, non illusioni
Non c’è spazio per maschere digitali. Meglio 100 follower veri che 10.000 zombie digitali.
Meglio una pagina costruita con fatica, che una piazzata al mercato nero dell’attenzione.
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Il tuo pubblico ti sta già aspettando. Ma vuole la verità, non la finzione.